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Fra il gennaio e il dicembre del 1917 - dunque, nell'ultima, tragica fase della Grande Guerra - un giovane sottufficiale tedesco di origine ebraica, Franz Rosenzweig (1886-1929), dalla postazione balcanica alla quale era stato destinato, intraprende un'appassionata meditazione sugli eventi bellici in corso. Egli si interroga sulle cause - remote e prossime -, sul senso profondo e sui possibili esiti di essi. Ma la riflessione si allarga ben presto audacemente per cerchi concentrici, coinvolgendo innumerevoli altre questioni, di carattere più ampiamente storico, militare, politico-diplomatico, culturale e religioso. Ne scaturisce una sorta di audace affresco della storia universale dell'umanità dall'antichità alla Grande Guerra, ricostruita a partire da una prospettiva estremamente originale. La storia umana viene compresa come un incessante riorganizzarsi e rimodellarsi degli spazi terrestri e marittimi del globo terraqueo, mirante, alla fine, alla costruzione di un'articolata e complessa unità finale.